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friend of the month: Vasilij Grossman "Life and Destiny"

mercoledì 27 gennaio 2010

The day the egg became (also) black





"It may be hard for an egg to turn into a bird", ragionava con la sua creativa eppur sensatissima logica il troppo poco compianto C.S.Lewis.
Forse, da quell'irlandese di nascita che fu, non si sarebbe stupito di sapere che un giorno proprio un uovo sarebbe stato trasformato, da chi dell'estro fa mestiere, in un de(si)gn-issimo strumento di raccolta rifiuti.

[Io lo fui, stupita, e subito colpita m'affrettai ad acquistar, lusingata dall'affare che ricevetti dietro l'angolo (perdonate se lascio la vicenda personale esposta seppur criptica, ma dell'affar fatto in vita non si può se non vantarsene in quella stessa vita che quasi solo per questo ci è concessa)].

Trattasi di questo: Gianluca Soldi che ha conseguito vari titoli e a quelli ha aggiunto una curiosa specializzazione in bio-architettura ed Arte Sacra, si è poi "inteso" con l'imprenditore Stefano Guizzotti e da questo acchiapparsi è nato Habitare, un'azienda che cita Balthazar, per identificare i propri obiettivi; che usa un pesce stilizzato in stile primo cristianesimo, per darsi un logo; e che progetta e realizza oggetti di sicuro impatto e di certo uso.
Se l'idea della sedia inginocchiatoio incuriosisce (e pur facilmente piace, nella sua realizzazione così snella), ciò che qui si viene a sbucciare con descrizioni, gridolini e sinceri entusiasmi è: Mr Bin, Re-cycling Bin, italianizzato e personalizzato con OVETTO.
Qualsiasi scheda tecnica, che meriterebbe piuttosto l'aggettivo di boriosa, spiegherebbe che ovetto è fatto a spicchi, interni, contenitivi, di tre diversi colori così che ogni spicchio permetta una raccolta differenziata. Aggiungerebbe che in capo porta uno schiacciabottiglie per rendere il cimitero del riciclo più spazioso - a forza di strizzar i cadaveri-. Vi direbbe poi che ovetto è fatto in percentuale variabile (ma sempre alta) di materiale riciclato-cosa forse che aprirebbe i vostri orizzonti di perdizione del gusto o basso gusto-. Se la scheda tecnica fosse fatta da un collaudatore d'auto aggiungerebbe anche che è molto stabile e affatto rumoroso.
Concluderebbe, per farvi infine aprire gli occhi, che la forma del suo contenitore a "ovo", i suoi colori, uniti ad una linea morbida e affusolata, ne fanno un oggetto di design che si adatta a tutti gli ambienti.
E che, dico io, ne avreste bisogno di questa precisazione?
Semplicemente, OVETTO è delizioso, vi evita di spargere per casa, nascosti chissà dove, sacchetti riottosi che sempre riescono a perdere di vista un rifiuto. Prende spazio, ma nemmeno troppo. Ripropone il gioco della combinazione colore-uso che, volenti o nolenti, ci accompagnerà finchè morte non ci separi da occhi e mente. E' una presenza silenziosa ma volitiva... diciamo così.
Il prezzo è giusto, se lo si vede come un oggetto di design, un pò alto se considerato nella stagione dei saldi, o se avete altre priorità.

Controindicazioni? Finire col trovare sempre una nuova scusa per avere un pezzo di carta o un burattino di plastica da buttare...








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