Certo la finzione cinematografica ci ha avvertiti da sempre del suo esser costretta a "esagerare" e universalizzare, rendendo una piccola storia un monile enorme da appendere sul cuore e nel ricordo di ciascuno.
Ma il ruolo di questo film non è chiaro: tutti emergono tanto come privati e sembrano vivere il ruolo pubblico come la naturale prosecuzione di gesti minori (l'aver aperto un negozio in una zona topica, nel caso di Milk). Il protagonista in fondo non fa che schiacciar tutti, compreso quello che diventerà il suo assassino, perchè è in corsa, per una corsa che lui per primo non avrebbe capito bene solo poco tempo prima. E il film ha la pecca enorme, a mio avviso, di non sapere sfruttare i propri tempi adeguatamente per descriverci questo cambiamento importante, che lì sembra passar solo per i vestiti e i capelli lunghi ( noooo, per il giovane amante, direte voi, ma senza convincermi troppo).
Insomma chi diamine era MilK? E che ruolo ha avuto nel movimento gay? Forse quello di non dar retta ai consigli e alle cautele di due ricche checche trasferite nella terra del sole?
C'è qualcosa che non mi convince, qualcosa che manca. Qualcosa che non dovrebbe succedere con un regista così "mestierato".
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