"a smattering of everything, and a knowledge of nothing"

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friend of the month: Vasilij Grossman "Life and Destiny"

martedì 23 marzo 2010

Sabato ammazzato, sabato resuscitato

Sono loro, i milanesi, ad ammazzare il sabato.
E' un dito a cinque punte che punta e li riconosce.
E' una roca lingua di rock che su quel dito si arrota e resuscita, il morto.
Colma lingua ascoltata a perdifiato da innumerevoli orecchie, pronte a sussultare pur senza mai conoscere il nome del colpevole.


Gli Afterhours vanno ovunque. E ci ritornano. Ogni volta seguiti da chi non li hai mai capiti, o da chi li ha capiti una volta per sempre. Forse perseguiti dalle leggi della buona musica, che li vogliono dentro i festival, dentro i teatri, dentro le sale da concerto, e i circoli arci. Comunque, sempre dentro.

Vengono a Firenze, abitano il palco cerimonioso di musiche mortorizzate come se fosse un letto sfatto ma, pur sempre il loro. Fanno sogni strani, e li raccontano al buio degli effetti di Staino Graziano. Nascondono sotto le loro coperte un repertorio che sembra il grande sogno di tutti, fanno spazio-nel loro cuore a due piazze- a giovani voci. Voci belle, anche se troppo abitate da parole che non riescono ancora a lasciare spazio a docili pause.

Entrano in scena, uno ad uno, come i sogni che si incastrano li uni negli altri.

Atto primo, Manuel unico. Lettore immaginifico di storie senza immaginazione.
A musica in scena, attinenti sembreranno essere tutti i pezzi venuti fuori da esperienze vissute chissà da chi, per essere poi vissute un pò da tutti.

Forse è facile creare spiedini di parole pronti per la cottura. Ma non è comune riconoscere la provenienza genuina della carne che è stata per prima infilzata da quei testi.

Afterhours-Teatro Comunale Firenze-20/03/2010

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